Angel of the week: Jacopo Cortesia

Nome Jacopo
Cognome Cortesia
Soprannome  CJ
Data di nascita 04/06/1987
Ruolo negli Angels Giocatore, Allenatore
Ruolo Attuale Defensive Line
Numero di maglia 69
Altezza 184
Peso 95
Anni di esperienza nel football 6
Jacopo Cortesia
Jacopo Cortesia

Quando e come ti sei avvicinato al football?Era il 31 gennaio 2009 e stavo per addormentarmi col pensiero dell’esame del giorno dopo. Trovo però su Rai2 il superbowl Steelers vs Cardinals e decido di vederlo tutto. Sono rimasto affascinato: come mio solito due giorni dopo avevo già il gioco per la play station; 1 settimana dopo conoscevo tutte le regole a memoria; 2 settimane dopo sono andato a provare ad allenarmi con gli Angels, che ho scoperto solo in quei giorni fossero a Pesaro. Amore a prima vista!

Quale è stato il tuo percorso di crescita personale nel football?
Ho cominciato subito come Defensive End, diventando titolare l’anno stesso in cui ho cominciato, e giocando subito ai Playoff. Ho giocato nel momento del bisogno anche in linea d’attacco, ritornando però l’anno dopo alla mia adorata difesa. L’anno stesso di avvicinamento ho cominciato a seguire la neonata giovanile Angels in giro per l’Italia, ma solo come aiutante. Già dall’anno successivo sono diventato assistente allenatore della squadra Junior, ruolo che copro ormai da 4 anni e passa.

Hai raggiunto qualche particolare obiettivo nel football?
Uno degli obiettivi più sentiti è stato giocare all’All Star Game Lenaf del 2013, classificandomi come quinto difensore del mio Team in mezzo a grandi giocatori.
L’obiettivo più sentito è comunque l’essere apprezzato come coach: c’è sempre da imparare, ma insegnando vedi i giovani crescere e cresci anche tu.

Qual’è la tua partita preferita e perché?
Sceglierne una è difficile. La partita che mi emoziona di più è la prima di playoff mai giocata, con i Guelfi Firenze. Era la mia seconda vera partita intera da titolare, dopo neanche 2 mesi di allenamento. Abbiamo perso ma giocando come leoni. Ho usato istinto e non ho avuto paura: è la prima volta che una linea d’attacco avversaria si è fermata a fine partita per complimentarsi.
Mi ha emozionato anche la mia prima partita da capitano, nella stagione 2011 coi Muli. O anche le partite in doppio ruolo, come contro gli Hogs nel 2014. Ma posso confessare che ogni partita in difesa è la mia partita preferita!

Qual è il tuo metodo di allenamento in campo e in palestra?
In campo ho la regola del “non risparmiarsi”. Finché ce n’è si va avanti, anche con qualche piccolo dolore. Stessa cosa vale nel contatto con l’avversario di allenamento: è inutile sia per me che per il compagno risparmiarsi, quindi si va sempre al 100%. Se una volta vince l’avversario, la volta dopo lotto per conquistarmi la vittoria. Per questo voglio lo stesso da parte del mio compagno!
In palestra vado continuamente… Salvo nei momenti in cui iniziano i dolori! Ma anche lì, finché il fisico regge, si va avanti!!!

Che obiettivi individuali hai per questo campionato?
Un sack di media a partita? 😀
Mi sono prefissato questo, ma in realtà voglio arrivare fino alla fine senza accusare dolori. Voglio essere incisivo e decisivo, diventando una vera spina nel fianco per gli attacchi avversari.
Voglio essere l’uomo che negli scouting viene descritto così: “Occhio al 69 ragazzi, dobbiamo riuscire a fermarlo sennò i giochi non vengono!”.

Il tuo ricordo più bello riguardo il Football?
Il mio ricordo più bello riguardo il football non ha niente a che fare col football giocato. Stare con i compagni di squadra, fare spogliatoio a fine allenamento, vivere le trasferte, trovarsi al di fuori del campo per cene, feste, eventi. Questo è il più bel ricordo che ho del football: la famiglia!

Il football ha migliorato la tua vita? in cosa?
Sicuramente il football ti migliora caratterialmente e fisicamente. Ti insegna a combattere fino all’ultimo, a soffrire per un qualcosa di più grande, ti insegna la disciplina, la fratellanza.
Fisicamente inizi a capire come i dolori facciano parte del quotidiano, bisogna solo valutarli nelle giuste proporzioni.
E poi il football, nel mio caso, mi ha fatto rimanere a Pesaro in un periodo in cui pensavo di tornare a Milano. Se non è una vita migliore questa…!

Altro
Non dimenticherò mai la partita giocata in casa delle Aquile con una squadra di 16 giocatori, di cui 3 austriaci, un americano che non giocava e 3 “pensionati dal football”. Senza provare, senza affiatamento, e senza riscaldamento (anche se c’erano 40 gradi fuori)…Abbiamo anche vinto con una squadra pronta alla IFL.
Troppi altri ce ne sarebbero, ma questo è sicuramente il più comico 😀

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